Con il Monumento ai Caduti fatto nel 2000, a 55 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, la popolazione di Bomba aggiunge un´altra pietra alla ricostruzione delle proprie radici e della storia passata, in questo caso alla storia della seconda guerra mondiale che, come tutte le guerre non di difesa, fu voluta dalla mania di grandezza e dal delirio di potenza di chi era al governo. L´opera è stata realizzata dall´artista Luciano Caravaggio e rappresenta una corda che esce da una roccia e tiene fortemente annodati dei fucili ad indicare la volontà di non usare mai più le armi. Sulla lapide sono scritti, oltre ai nomi di 37 soldati, anche quelli di tre civili del nostro comune, morti a causa della guerra: uno a Roma, un altro a Torricella Peligna; a Bomba morì solo Leda Alessandroni. Ci sono anche altri tre nomi: un unico nostro concittadino morto in Africa nella guerra coloniale iniziata nel 1935 dal regime fascista per la conquista dell´Etiopia e dell´Eritrea, considerata conclusa con l´evacuazione della guarnigione italiana da Asmara nel 1941. Guerra intrapresa per avere, come gli altri stati europei, “uno posto al sole”, in realtà per alleggerire la pressante richiesta di lavoro esercitata dai numerosi disoccupati in Italia (furono mandati in Africa 100.000 lavoratori e circa 400.000 combattenti). Ci sono infine i nomi di altri due bombesi che morirono nella guerra civile spagnola (1936-39) scoppiata dopo la vittoria elettorale dei repubblicani.